Dal 14 novembre fino al 28 febbraio 2025 il museo MARTA di Taranto esporrà la tavola di bronzo originale della Lex Municipii Tarentini.
La tavola è stata ritrovata a Taranto nel 1894 da Luigi Viola durante i lavori di scavo in un pozzo e poi portata nel Museo archeologico nazionale di Napoli.
La Lex municipii Tarentini, scritta in latino, segnò l’inserimento ufficiale della città di Taranto all’interno dell’Impero romano.
Taranto, una città greca di grande prestigio nel passato, divenne un municipium romano solo nel 272 a.C. quando i Romani la conquistarono. Essere un municipium significava poter conservare una certa autonomia ma sempre nel rispetto delle leggi di Roma.
Ma qual è il contenuto di questa antichissima tavola risalente al I secolo a.C.?
La legge regolava il funzionamento delle istituzioni cittadine, come il consiglio municipale. Il compito del consiglio municipale, formato dalle persone più ricche e importanti, era di amministrare la città e occuparsi di questioni economiche, politiche e sociali.
Questa legge definiva anche i doveri e i diritti dei cittadini tarantini, i quali dovevano rispettare le leggi romane e rimanere fedeli alla capitale. La Lex, inoltre, regolava anche la riscossione delle tasse e il loro uso per il mantenimento delle strade, degli edifici pubblici e degli acquedotti.
Ecco uno stralcio della legge:
- ne esse liceat neive qu[od]quod eius municipi pequniae publicae sacrae
religiossae est erit fra[u]dato neive av[e]rtito neive facito quo eorum
quid fiat neive per li[tt]eras publicas fraudemve publicum peius
facito d(olo) m(alo) quei faxit quanta ea res erit quadruplum multae esto
eamque pequniam mu[n]icipio dare damnas esto eiusque pequniae
magistratus quei quomque in municipio erit petitio exactioque esto
«[…] 1. né può essere lecito essere così, né a chiunque è consentito sottrarre o distrarre qualsiasi parte delle somme di questo municipio, che si tratti di fondi pubblici, fondi sacri o fondi religiosi, né agirà in modo che qualcuna di queste cose accada, né a chiunque sarà consentito di compromettere fraudolentemente il patrimonio pubblico falsificando documenti ufficiali. Chiunque commetta qualsiasi dei predetti atti è passibile di una pena di quattro volte l’importo a favore del municipio e ogni magistrato, qualunque sarà nel municipio, ha il diritto di citare in giudizio e di esigere tale somma.
In questo capitolo, per esempio, si dice che è vietato appropriarsi di fondi del municipio e che, chi si macchia di questo reato, deve risarcire il municipio pagando quattro volte in più di quanto rubato.
In un altro capitolo, invece, si fa riferimento alla speculazione edilizia (alcuni uomini potenti facevano abbattere edifici per guadagnare sulla loro ricostruzione).
Questa tavola, anche se molto antica, è quanto mai attuale perché anche oggi, come già nel passato, c’è gente senza scrupoli che si impadronisce del denaro pubblico, ed è disposta a tutto per interessi personali.
La Lex è moderna anche perché sottolinea l’importanza delle azioni del popolo da un punto di vista pubblico e sociale, della tutela del territorio e di tutto ciò che è patrimonio di tutti e infine sottolinea il ruolo della Magistratura che deve garantire il rispetto della legge e il rispetto dei diritti di tutti.
Per tutto questo nonché per l’importanza storica del documento, l’evento ha una rilevanza nazionale e sarà sicuramente oggetto di importanti riflessioni per il futuro.
Francesca Giordano 2A